LORETO APRUTINO
La festa di san Zopito a Loreto Aprutino è marcata per tutto il suo svolgimento dalla partecipazione alle processioni di un bue bianco accompagnato dal suono di una zampogna, decorato con grande cura e cavalcato da un bambino detto angioletto.
È strutturata in due momenti distinti: una celebrazione principale, tutt’ora praticata, la domenica e il lunedì di Pentecoste, in ricordo del trasferimento delle reliquie di san Zopito martire da Penne a Loreto e del miracolo dell’inginocchiamento del bue il lunedì di Pentecoste del 1711; una festa autunnale, il 12 ottobre, caduta dall’uso per lungo tempo, in rievocazione del giorno del martirio del santo trasmesso dalle fonti. La festa di ottobre, chiamata di “san Supinucce di vinnegne” (“san Zopituccio di vendemmia”), era una celebrazione in tono minore e prevedeva fino agli anni Sessanta del Novecento una processione, l’intervento della banda cittadina, un corteo di carri agricoli addobbati con viti e decorazioni floreali e la sospensione del lavoro nei campi.
La domenica di Pentecoste il bue bianco è condotto in una zona appartata ai margini del paese, dove è sottoposto a un’accurata bardatura, della quale si occupano i suoi addestratori e le persone che nel corso dell’anno si sono occupate del suo mantenimento. Al termine di questa elaborata preparazione, il bue compie un lungo tragitto nel centro del paese, con il bambino in groppa e lo zampognaro davanti, inginocchiandosi davanti alle principali chiese; sul sagrato della chiesa di San Pietro, dove si custodiscono le reliquie del santo patrono, la genuflessione è attesa dal parroco per una benedizione al termine della messa.
A seguire l’animale è condotto nei cortili interni di Palazzo Amorotti e Palazzo Valentini, in via del Bajo, la principale via del centro storico dove si trovano le imponenti abitazioni dei proprietari terrieri più importanti di Loreto Aprutino, e che in passato gestivano direttamente e a turno, in collaborazione con le famiglie dei loro coloni, l’organizzazione del corteo del bue. Parallelamente, un corteo di cavalli segue un percorso processionale speculare all’interno dell’abitato per succedere al bue nella benedizione rituale davanti alla chiesa di San Pietro, in rievocazione del percorso di ringraziamento che i vetturali a cavallo facevano al ritorno dai loro itinerari commerciali compiuti nel Regno di Napoli per vendere l’olio.
Il lunedì seguente, nel corso della processione del santo protettore, il bue, preparato come il giorno prima, attende in piazza Garibaldi e si inginocchia al momento del passaggio della statua del santo, per poi accodarsi alla processione e seguirlo nel lento rientro verso il Deposito, presso la chiesa di San Pietro.
VIDEO
GALLERIA IMMAGINI
LORETO APRUTINO
La festa di san Zopito a Loreto Aprutino è marcata per tutto il suo svolgimento dalla partecipazione alle processioni di un bue bianco accompagnato dal suono di una zampogna, decorato con grande cura e cavalcato da un bambino detto angioletto.
È strutturata in due momenti distinti: una celebrazione principale, tutt’ora praticata, la domenica e il lunedì di Pentecoste, in ricordo del trasferimento delle reliquie di san Zopito martire da Penne a Loreto e del miracolo dell’inginocchiamento del bue il lunedì di Pentecoste del 1711; una festa autunnale, il 12 ottobre, caduta dall’uso per lungo tempo, in rievocazione del giorno del martirio del santo trasmesso dalle fonti. La festa di ottobre, chiamata di “san Supinucce di vinnegne” (“san Zopituccio di vendemmia”), era una celebrazione in tono minore e prevedeva fino agli anni Sessanta del Novecento una processione, l’intervento della banda cittadina, un corteo di carri agricoli addobbati con viti e decorazioni floreali e la sospensione del lavoro nei campi.
La domenica di Pentecoste il bue bianco è condotto in una zona appartata ai margini del paese, dove è sottoposto a un’accurata bardatura, della quale si occupano i suoi addestratori e le persone che nel corso dell’anno si sono occupate del suo mantenimento. Al termine di questa elaborata preparazione, il bue compie un lungo tragitto nel centro del paese, con il bambino in groppa e lo zampognaro davanti, inginocchiandosi davanti alle principali chiese; sul sagrato della chiesa di San Pietro, dove si custodiscono le reliquie del santo patrono, la genuflessione è attesa dal parroco per una benedizione al termine della messa.
A seguire l’animale è condotto nei cortili interni di Palazzo Amorotti e Palazzo Valentini, in via del Bajo, la principale via del centro storico dove si trovano le imponenti abitazioni dei proprietari terrieri più importanti di Loreto Aprutino, e che in passato gestivano direttamente e a turno, in collaborazione con le famiglie dei loro coloni, l’organizzazione del corteo del bue. Parallelamente, un corteo di cavalli segue un percorso processionale speculare all’interno dell’abitato per succedere al bue nella benedizione rituale davanti alla chiesa di San Pietro, in rievocazione del percorso di ringraziamento che i vetturali a cavallo facevano al ritorno dai loro itinerari commerciali compiuti nel Regno di Napoli per vendere l’olio.
Il lunedì seguente, nel corso della processione del santo protettore, il bue, preparato come il giorno prima, attende in piazza Garibaldi e si inginocchia al momento del passaggio della statua del santo, per poi accodarsi alla processione e seguirlo nel lento rientro verso il Deposito, presso la chiesa di San Pietro.
VIDEO
GALLERIA IMMAGINI